giovedì 9 marzo 2017

LA MOMIA ATZECA CONTRA EL ROBOT HUMANO

(Id. 1958)
Regia
Cast  , ,  



Il nome di Rafael Portillo, regista messicano attivo già nell'immediato dopoguerra, è legato sopratutto al personaggio della mummia atzeca con cui realizzò uno dei suoi titoli più importanti: La momia atzeca del 1957 e giunto persino in Italia con il titolo "Il risveglio della mummia" a cui seguì nello stesso anno "La maldicion della momia atzeca" entrambi narranti le gesta del guerriero Popoca e della sua amante Xochitl, condannati a morte per un amore proibito. Lei viene sacrificata, lui mummificato vivo e condannato a restare di guardia al tesoro della grande piramide. Con "La momia atzeca contra el robot humano" Portillo ha costruito una vera e propria trilogia dedicata a Popoca, in cui viene mantenuto lo stesso cast, gli stessi personaggi e in un certo qual senso, anche la stessa storia, riscritta a seconda delle esigenze del momento. 

Anche qui i protagonisti buoni sono il Dottor Almada e la moglie Flora che si scopre, tramite ipnosi, essere la reincarnazione dell'amata perduta Xochitl, mentre il cattivo come sempre è il Dottor Knupp che, tramite il suo influsso malefico tenta di rapire Flora per individuare dove si nasconde la mummia. Il film va avanti a botte di flashback riciclando in parte le sequenze dei precedenti film giusto per arrivare diritti al duello finale di cui parla il titolo. Ecco dunque che, dopo esserci sorbiti incontri notturni tra scienziati, banditi sfregiati che girano tenendosi su il bavero del cappotto per nascondere puerilmente la ferita (ma verosimilmente per cercare l'effetto "Dracula") e scontri con il mostro che sembrano girati al rallentatore, arriviamo finalmente al duello tra Popoca, nascosto nella cripta di un cimitero talmente finto che sembra recuperato da "Plan 9 from outer space" e questa assurda scatola metallica che si muove a tocchi, tutta squadrata con il righello , lucine e rotelle che girano nello stile tipico dei robbottini giocattolo anni cinquanta, che per alzarsi dal tavolo del laboratorio del malvagio dottor Knupp, ci mette un'ora, giusto per andarsi a schiantare in 5 minuti contro la mummiona che si muove con il classico passo da pantofolaio zoppo, urla con la voce di un teenager in crisi di sesso e ha una faccia che sembra realizzata da uno scultore che non aveva assolutamente voglia di lavorare.


Il duello è tutto un tenersi per le tenaglie da vapori che aumentano progressivamente ed a un certo punto scopriamo anche la faccia del povero cristo addormentato dentro al robottone. Alla fine il buon Popoca vince e se ne va non si sa dove ma questo non è importante purché ci sia sempre una coppia di amanti abbracciati a fare da sfondo alla parola fine.
Mi sono sempre chiesto perché la mummia teme il crocifisso come i vampiri...boh! In ogni caso questo terzo capitolo sa di tappabuchi della trilogia, probabilmente realizzato in fretta e furia per tirare il successo dei primi due film, buttandoci dentro un poco di fantascienza infantile (alla Tobor per intenderci) che non guasta mai. Allo stesso modo anche René Cardona sfrutterà qualche anno dopo il personaggio della Mummia Atzeca con la moda della lucha libra in "La luchadora contra la momia". Almeno qui i personaggi vengono cambiati.

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