mercoledì 21 settembre 2016

SANTO EN LA VENGANZA DE LA MOMIA

(Id. 1971)
Regia  
Cast  , ,  


Appare inevitabile, trattando cinema di genere, dover prima o poi parlare del Santo, lottatore imbattuto in Messico alla fine degli anni '60, meglio conosciuto come "El enmascarado de Plata", l'uomo dalla maschera d'argento, una sorta di passamontagna con cui Rodolfo Guzman Huerta ha celato la sua identità durante tutta la sua carriera come wrestrel e attore in qualcosa come 53 film che spaziavano nei generi più disparati. 

Kung fu, Spionaggio, avventura e soprattutto Horror erano le trame delle pellicole in cui si cimentava colui che per anni è diventato una sorta di eroe nazionale messicano, nascosto perennemente dietro una maschera che manteneva anche nella vita privata fino a diventare parte della sua conformazione facciale, modificandone irrimediabilmente i tratti del viso. Santo, arrivato da noi con il nome di Argos, ha combattuto contro tutti i mostri classici, da Frankenstein a Dracula, ai Marziani e nello specifico la Mummia. Ovviamente la Mummia in questione è una mummia maya, della etnia Opacha, di nome Nanoc, una sorta di sacerdote innamorato di una vittima sacrificale che decide di profanare la tradizione sanguinaria dei sacrifici umani, rapendo la ragazza e per questo condannato alla sepoltura eterna. 

La spedizione organizzata dal professor Romero (César del Campo), uno svanito scienziatello davvero spassoso, consta del Santo come guardia del corpo. Questo non impedisce a Nanoc di risorgere dalla tomba e trucidare i profanatori. Solo Santo alla fine riuscirà a sconfiggere il mostro e a scoprire chi c'è dietro alla maschera di morto che ciondola per tutta la pellicola del grande René Cardona (il cui figlio ha proseguito la tradizione registica con film altrettanto weird anche se più sanguinosi). Sia all'inzio che alla fine Santo combatte sul ring e per circa mezz'ora assistiamo alle sue prodezze nella Lucha Libra col pubblico eccitato a testimoniare un mito dell'epoca diventato una vera e propria icona per il Messico e per noi accaniti divoratori di pellicole assurde come quella di cui vi ho appena parlato.

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