venerdì 8 luglio 2016

IL DEMONE DELLE GALASSIE INFERNALI

(The Dungeonmaster, 1984)

Regia   , John Carl Buechler Steven Ford Peter Manoogian  Ted Nicolaou Rosemarie Turko 
Cast  , ,  


Tra le produzioni bizzarre realizzate da Charles Band nel periodo d'oro della Empire Pictures questa è sicuramente la più bizzarra, un minestrone grottesco che unisce, piuttosto arbitrariamente, Fantasy, fantascienza e horror, utilizzando la formula del film a episodi in maniera assolutamente anticonvenzionale. Gli episodi, sette in tutto, rappresentano infatti i vari livelli di una sorta di videogioco cinematografico che inizialmente fu licenziato con il titolo di "RageWar" e poi successivamente ribattezzato "The Dungeonmaster" approfittando del successo del gioco di ruolo "Dungeons and Dragons". Si parte con una specie di incubo iniziale dove il protagonista Paul insegue in sogno una tizia che sembra un clone di Kelly Le Brock ne "La signora in rosso" per quello che dovrebbe essere un ambiente fantascientifico ma che, nella realtà, è un sobborgo degradato modello residence dei poveri. Quando sta per farsela, spuntano delle bestiacce vestite di stracci che gli tirano una legnata e si rubano la ragazza. 

Dopo i titoli di testa scopriamo che Paul è un programmatore con l'hobby del footing che convive con un computer modello Commodore 64 in grado, però di programmargli la casa, al punto che la fidanzata Gwen vive la cosa con malcelata gelosia. Dopo questa allegra parentesi, non si sa bene perché, i due fidanzati vengono fiondati in un universo parallelo dove un tipaccio di nome Mestema sfida a duello Paul, in palio c'è la ragazza. Armato di un bracciale pieno di pulsanti che sparano raggi laser, Paul affronterà i vari episodi/livelli. Nel primo "Stone Canyon Giant" due nani vestiti come Conan il barbaro cercano di rubargli il bracciale ma lo lasciano vicino ad una statua di un ciclope che si anima e inizia a sparare alla cazzo. Il frammento è diretto da David Allen, apprezzato nel campo dei Visual effects e infatti l'animazione a passo uno del gigante è la cosa migliore dell'episodio, sul resto sorvoliamo. Nel secondo frammento (Demons of the dead) il grande Make Up Artist di casa Empire John Carl Bluecher si scatena con zombi guerrieri e un nanetto satiro dalla bocca tutta storta. Dopo essersi scontrato con Mestema a colpi di draghi stilizzati (perché con il Dungeon ci devono essere anche i dragons pur se i soldi sono pochi!) Paul viene proiettato direttamente in un concerto dei mitici W.A.S.P. dove in bailamme di borchie, vapori e metallari danzanti deve affrontare il front man Blackie Lawness a colpi di spada. L'episodio, intitolato per l'appunto "Heavy Metal" è quello diretto da Charles Band.


L'esordiente Rosemarie Turko dirige " Ice Gallery " e trasporta Paul e Gwen  in una specie di museo delle cere dove le statue si animano e cercano di ucciderli. In "Slasher" diretto dal caratterista Steven Ford, Paul deve difendere Gwen da un serial killer all'interno di una metropoli dominata dall'oscurità mentre in "Cave Beast" di Peter Manoojan affronta un dispettoso demonietto spararaggi. Dopo qualche scontro verbale con Mestema che tenta di sedurre Paul con qualche ragazza olografica e un pò di fulmini e fiamme qua e là, i due fidanzati vengono proiettati in un deserto post-atomico modello "Mad Max" dove Ted Nicolau li fa combattere con enormi Jeep contro balordi di vario taglio. Sorretto da musiche sintetizzate che da sole restano il simbolo immarcescibile del cinema anni ottanta, The Dungeonmaster eccede in dialoghi prolissi e una lentezza visiva che la recitazione cagnesca amplifica a dismisura. Le scenografie di cartapesta si riducono a qualche falò da spiaggia e qualche caverna posticcia, se il trucco dei mostri risulta efficace l'intera storia alterna momenti godibili ad altri di pura noia che risultano essere preponderanti nell'insieme. Bizzarro nella sua struttura, il film deve essere considerato un unicum nella produzione bandiana dove purtroppo l'originalità non segue la forma.
 

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