giovedì 12 maggio 2016

THE GHASTLY ONES

(Id. 1968)
Regia
Cast  , ,  


Fa un pò ridere pensare che questo sia considerato il capolavoro di Andy Milligan, regista culto del cinema di serie zeta, anche perché parlare di capolavori in questo genere è sempre un po’relativo. Il film si apre con una scena idilliaca, una coppietta che tuba nei prati, agghindata in abiti ottocenteschi con tanto di ombrellino parasole. Di lì a poco però tutto vira decisamente nell’incubo con un rozzo contadino che fa letteralmente a pezzi i due. La cosa strana è che dopo i titoli di testa questo serial killer farmense scompare di scena per fare posto ad una trama di eredità con tre sorelle e mariti al seguito, i quali, per ereditare la fortuna del babbo, evo passare la notte in una casa vittoriana decisamente inquietante. Nell’abitazione infatti vivono due domestiche e il factotum ritardato che divora conigli vivi. C’è poco da stare allegri e difatti, l’allegra combriccola viene decimata progressivamente da un misterioso assassino, nei modi più fantasiosi: a colpi di mannaia, coltello e forcone (il forcone è un’arma caratteristica del cinema di Milligan che troveremo ancora nella sua filmografia).

Primi piani vertiginosi, movimenti di camera sballati e tremolanti, particolari di cattivo gusto (un’inquadratura vede in primissimo piano la schiena nuda di un giovinotto da cui si erge un bel ciuffetto di pelame), attori in perenne stato d’estasi interpretativa, sono tutte caratteristiche del non cinema di Milligan, regista estroso ma raffazzonato, creativo ma tecnicamente instabile. Di certo chi vede un film come The Ghastly ones deve abituarsi ad un’idea diversa di cinema: povero, sporco e volutamente un po’ perverso. 
  
La musica di sottofondo prosegue diritta per tutti i settanta minuti e passa del film con archi, violini e pianoforte, senza mai arrestarsi; la tensione è quasi inesistente e gli effetti splatter sono decisamente pessimi (in alcune scene il sangue è palesemente acqua colorata). In conclusione possiamo dare almeno un pregio a Milligan, i suoi films hanno uno stile ben definito e riconoscibile, povero, approssimativo, delirante ma è pur sempre uno stile.

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