martedì 17 marzo 2015

THE GIANT BEHEMOTH



 (Id. 1959)

Parente povero dei grandi monster movie americani, il film di Eugène Lourié appartiene ad una serie di titoli dedicati ai dinosauri a cui appartengono classici come "Il risveglio del dinosauro" e "Gorgo", entrambi diretti dal regista franco-russo. Purtroppo, a differenza dei sopracitati la qualità di questo è molto modesta, sopratutto a causa di una trama priva di colpi di scena che si limita, quasi a livello documentaristico, a narrare in modo superficiale e piatto l'apparizione di una specie di parente prossimo di Nessie lungo le coste della Cornovaglia. Le prime scene sono ormai quelle arcinote dell'esplosione atomica nell'atollo di Bikini, seguite dal pippotto anitinuclearista da parte del solito biologo americano che denuncia come il plancton contaminato dalle radiazioni nucleari aumenti i rischi di mutazione della popolazione ittica, nel frattempo, in un piccolo villaggio della Cornovaglia si accenna ad una traccia di trama in cui un pescatore viene ritrovato ustionato sugli scogli, in mezzo ad una moria di pesci. Le sue ultime parole prima di morire sono " Behemoth" (altrimenti che senso avrebbe avuto il titolo biblico?). 

La storia poi vira bruscamente con l'arrivo degli scienziati che iniziano a fotocopiare pesci in uno strano marchingegno che attiva una campanella stile micro-onde quando finisce la scansione. Poi il mostro inizia a prendersela con gli infanti e uccide un ragazzino e poi una bambina ma bisogna aspettare almeno un'ora prima di iniziare a vedere lo sgangherato dinosauro umidiccio che sembra un cammello incrociato con un cavallo. A quel punto il regista non sa più cosa raccontare e inizia a montare in modo forsennato i preparativi di Londra per l'imminente attacco del mostro, quindi sequenze di esercitazioni militari, i militari che avvisano la popolazione per farla evacuare, la popolazione che non evacua, la polizia militare che transenna le strade, la popolazione che si piazza dietro le transenne nell'attesa del mostro, poi montaggio misto ed ossessivo delle antennone girevoli per le comunicazioni con alternarsi di addetti alle comunicazioni che snocciolano codici incomprensibili ma che fanno tanto figo.

Ad un certo punto spunta quindi il ciambellone, ovvero il collo del mostro che si piega a ciambella nell'acqua e da lì in poi è un alternarsi di sequenze di panico, con gente che scappa senza manco sapere dove, primo piano del dinosauro umidiccio, gente che scappa, umidiccio, gente che scappa fino al duello finale tra il mostro che nuota a passo uno nell'acqua con movimenti ridicoli ed un sommergibilino che gli tira in faccia un missile spappolandogliela (anche se poi, quando risale un momento in superficie, la faccia del mostro è stranamente intatta). Prodotto in estrema economia, il film sembra vivere più per espedienti atti al suo allungamento a durata istituzionale che per una trama propria. Gli effettisti Willis O'Brien e Pete Peterson non si preoccupano nemmeno di nascondere le giunture del dinosauro e le sue animazioni rasentano quasi il ridicolo, in questo purtroppo Pete Peterson, che ne realizzò la maggior parte, ha una parziale attenuante dettata da un lungo e degenerativo male (soffriva di sclerosi multipla) che non deve avergli dato vita facile durante la lavorazione.

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