mercoledì 17 aprile 2013

ORGY OF THE DEAD

(Id. 1965)
Regia
Cast , ,

A suo modo un classico quest'esordio alla regia del regista bulgaro Stephen C. Apostolof che amava firmarsi come A.C. Stephens, da un punto di vista strettamente filmico segna infatti l'incontro e l'inizio della collaborazione con Edward D. Wood Jr., il quale quando non era occupato a fregiarsi del titolo di "peggior regista del mondo", scriveva soggetti e sceneggiature. Del resto anche Ed Wood considerava Apostolof il "peggior regista del mondo" ed infatti questo suo primo lungometraggio traccia delle basi abbastanza concrete della pessima tecnica di cui era dotato il direttore bulgaro. Inquadrature statiche e sbilenche, pessime recitazioni e scene assolutamente weirdo caratterizzano appieno questa sorta di strana commistione fra un horror e un teatrino di spogliarelliste. Pura exploitation miscelata al genere nudie (in pratica il precursone del porno nelle sale a luci rosse) con un sapiente riciclo delle atmosfere e dei personaggi di Plan 9 from Outer Space al punto che troviamo, oltre al mitico Criswell nella parte del demone giudicatore, anche una specie di clone di Vampira interpretato da Fawn Silver, leggermente più bassa di statura, sicuramente più abbondante di seno ma decisamente meno inquietante.
La storia, ovviamente, è quanto di più pretestuoso si possa trovare nel magico mondo del cinema exploitation con una coppietta che fa un incidente in auto e si ritrova catapultata in una dimensione infernale (in realtà un boschetto con qualche colonna di polistirolo e due pali) dove assistono ad una sorta di giudizio universale di un gruppo di ragazze in topless che escono dal tempio e cominciano a ballare in modo più o meno improvvisato, l'importante a questo punto è che tette e culo diventino protagonisti di questo delirante musical weirdo.
La cosa che fa più sorridere è quella sorta di contrappasso dantesco con cui si giustifica il giudizio di queste ragazze, del tipo che un'avida biondona viene immersa nell'oro fuso, un'altra che amava i gatti la si vede danzare vestita da gatto (ovviamente il costume è dotato di buchi per mostrare seni e chiappe), un'altra viene fatta sposare con uno scheletro, poi via via verso derivazioni etniche (ballerine di flamenco, hawaiane, pellerossa) fino al culmine in cui i due sposini vengono catturati dalla "mummia" e dall'"uomo lupo", due personaggi che, se esistesse l'oscar del weirdo meriterebbero senz'altro di vincerlo, si agitano, ciondolano come scimmie e se la chiaccherano facendo il tifo quando Criswell ordina alle guardie romane (due armadi con il gonnellino) "Tortura, più tortura, hahahahah!). Il licantropo poi, quando ulula sembra un cowboy sodomizzato mentre il costume della mummia sembra fatto coi rotoli di carta igienica.
Insomma lo spettatore viene trasferito in un universo weirdo dove la recitazione non esiste, men che meno la logica di un film che finisce con il risveglio da un incubo, e non solo per i due protagonisti!!!  Siccome poi le disgrazie non vengono mai sole, la collaborazione tra Wood e Apostolof proseguirà nel tempo con una serie di pellicole più o meno sexy ma senza la componente horror che rende quindi questo titolo unico nel suo genere.

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