martedì 2 aprile 2013

IL BOSCO 1

(Evil Clutch, 1988)
Il sogno di noi amanti di questo tipo di cinema è che un giorno Andrea Marfori risorga dalle tenebre dell'oblio cinematografico e decida di girare "Il Bosco 2", per l'intanto gustiamoci questo eccezionale extra cult, vera e propria pietra miliare al contrario. Nato come una sorta di risposta (o parodia?) italiana a "The Evil Dead " di Sam Raimi, più che una risposta sembra una domanda e cioè "ma chi cazzo ci ha avuto il coraggio di produrtelo?", la risposta esce in bella mostra sui titoli dove compare la sciura Agnese Fontana, che senza sapere quale scherzo gli avrebbe combinato il Marfori, gli ha dato i soldi per girare uno dei più brutti film del mondo e se pensate che la fama sia sopravvalutata aspettate di vederlo, è talmente orrendo, malfatto e malrecitato che non ve lo scorderete più anzi, dopo qualche anno lo adorerete alla follia ridendo a crepapelle sulla mitica scena in cui Coralina Cataldi-Tassoni (che sfortunatamente per noi ha contribuito ritroveremo ne "La Terza Madre") esprime il massimo eroismo con la sua pronuncia finta inglese stile dan peterson "Muostri Maledetti non mi avruete così facilmuente". E' più o meno quello che è successo ai numerosi cultori di questa monnezza cinematografica sorprendentemente diffusi in tutto il mondo grazie anche alla TROMA che ha distribuito il film all'estero con il titolo "Evil Clutch". La storia parte con Cindy e Tony (Diego Ribon) una coppietta che va a Venezia ma di questa gita vediamo solo le polaroid mentre scorrono i titoli di testa e le voci di sottofondo dei due ragazzi che commentano le loro stesse foto. Dopo i titoli vediamo uno con una tuta (Stefano Molinari) che entra in un granaio, cerca di trombarsi una vestita da strega di nome Arva (Elena Cantarone) ma questa estrae un enorme manona dalla vagina e gli strappa letteralmente il pisello.
Intanto la coppietta decide di fare una gita sulle Alpi con il fuoristrada, a momenti investono Arva, Poi Cindy (La Tassoni che non è la cedrata) cerca di tranquillizzarla accarezzandola da tutte le parti che sembra se la voglia fare. Arrivati in un paese desolato i due ragazzi incontrano Algernoon (Luciano Crovato) un ridicolo scrittore in spolverino bianco con il cappello da aviatore che parla solo attraverso un microfono perchè ha avuto il cancro. Questi gli racconta storie paurose ma sopratutto li obnubila con frasi demenziali del tipo
"Vedi, ci sono cose che appaiono… diverse da quello che sono. Le trote, per esempio... mentre, tranquille, nuotano nella corrente, vedono questo piccolo amo… e pensando che sia un delizioso, minuscolo pesce, una di loro si avvicina… per mangiarlo. Ma, naturalmente, c'è chi... è pronto a pescarla!"
Dal momento che Arva ha pensato bene di defilarsi quando è arrivato Algernoon, Cindy e Tony se ne vanno nel bosco (vestiti come se dovessero andare in spiaggia ma fa niente!) dove la ritrovano, questi li invita a dormire in una casa abbandonata. Qui Arva offre della droga a Tony che, essendo un pirla fa cadere la polverina in una ciotola piena di liquido ribollente che, dal canto suo, si eccita per il regalino ottenuto e schizza addosso al tipo. Da qui in poi il delirio, Tony da fuoco a una pietra da cui compare un iscrizione che non si capisce un cazzo di cosa voglia dire, arriva il tipo in tuta (nei titoli di coda è chiamato Fango) che nel frattempo è diventato un demone, ma deve essere un pò gracilino perchè senza troppa fatica la coppia lo lega alla ruota di un carro. Spunta fuori di nuovo lo scrittore ma la strega lo uccide, Tony va in sclero e dopo questo splendido dialogo
Cindy: Bisogna trovare il modo di andare via!
Tony: Dove vuoi andare? Magari in un altro bosco, magari in mezzo
ad altri mostri peggiori di questi?!?!
Cindy: Voglio andare via!!!
Tony: Non c’è niente da fare, è la fine!!! Non ce la faremo mai,
moriremo qui! E’ finita, hai capito?!?!?!?
Cindy: No!!! Tony, non puoi fare così, non puoi arrenderti
Bisogna trovare un modo, non possiamo arrenderci!!!
Tony: Se questa sarà la nostra ultima notte… beh allora divertiamoci… facciamo l’amore!!!
Cindy se ne fugge nel bosco, Fango, nonostante le catene non abbiano lucchetto e siano legate alla cazzo ci mette ore per liberarsi ma alla fine ci riesce e  tira un masso sulle mani di Tony che devono essere fatte di palta perchè si staccano di netto. Coi due moncherini raggiunge frignando Cindy che non trova niente di meglio per aiutarlo che andare a prendergli un pò d'acqua fresca nella cantina dove la strega aveva detto che nessuno era mai arrivato in fondo. Qui trova una serie di fantocci legati a catene sulle pareti, probabilmente il regista intendeva degli scheletri ma l'effetto è alquanto posticcio.
In fondo al tunnel Cindy incontra fango armato di falce. Con una lentezza disarmante fango cerca di colpirla ma la falce arriva sempre nel punto dove la ragazza si è già spostata da 10 minuti. Arrivati all'aperto Fango stacca la testa a Tony e si ciuccia un pò di lattice che spunta fuori dalla finta testa di gomma assolutamente priva di qualsivoglia somiglianza con l'attore (ma la scena è veramente imbarazzante). Alla fine Cindy si trova inseguita dallo scrittore demonizzato e armato di ascia oltreche da Fango stesso che man mano che passa il tempo assomiglia sempre più al suo nome (in quanto la direzione degli effetti speciali passa il tempo a buttargli sopra secchiate di merda). Cindy entra in un granaio, sale una scaletta e trova una sega elettrica funzionante dentro una valigia (Tutto normale no?), affetta lo scrittore, ma la benzina finisce e quindi usa uno specchietto per riflettere la luce del sole(nel frattempo pare sia arrivata l'alba)  su Fango che si scioglie del tutto, dopo dieci minuti buoni in cui la telecamera rimane fissa sui corpi ribollenti, inspiegabilmente la testa di Tony esplode. A questo punto Marfori, che è un pò in anticipo sui tempi, segue con la telecamera per dieci minuti Cindy che vaga nel bosco piangendo e gesticolando come un'ossessa. La steady si fa un giretto tra i boschi arriva a inquadrare la strega che ride e digrigna i denti in primo piano. E finalmente arriva la parola... Fine.
Che dire di più? Marfori fa correre come un pazzo l'operatore steadycam da tutte le parti, il più delle volte senza una meta, le scene sono tutte da "buona la prima" sia che si sbagli o meno, la recitazione è imbarazzante, i trucchi sembrano fatti col pongo (quando va bene), vestiti (una su tutte la fascia rosa alla Flashdance di Cindy), personaggi, storia, tutto appare sbagliato e fuori posto ma forse è il concetto di estetica filmica che va riproposto quando ci si trova di fronte a cose del genere. In ogni caso le risate sono assicurate, anche se forse non era questo il fine ultimo del film.

(le frasi del film sono state prelevate da http://marco300.blogspot.com)




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