martedì 19 marzo 2013

TRASH I RIFIUTI DI NEW YORK

(Trash, 1970)
Regia
Cast , ,

Il culo butterato di Joe Dallessandro in primo piano mentre si fa praticare un blowjob da una Go-go dancer è il perfetto biglietto da visita per una delle opere più rappresentative del cinema weirdo/underground così come concepito sia stilisticamente sia concettualmente dalla factory di Andy Warhol. Episodio centrale di un trittico minimalista  realizzato dall'eccentrico Paul Morrissey, Trash è pura essenza vitale di un cinema fatto con due soldi, 25.000 dollari per l'esattezza, una telecamera, un cavalletto e tanti personaggi schizzati che, uno dopo l'altro, esprimono le bassezze più estreme di una stagione assolutamente Straordinaria. Protagonista del film è Joe, Un tossicodipendente che convive con il travestito Holly, interpretato realmente da un transgender portoricano di nome Holly Woodlawn che Warhol incontrò per caso alla prima di Heat e che inizialmente doveva fare un piccolo cameo. La spontaneità interpretativa di Holly, invece, conquistò il regista che decise di affidarle il ruolo di co-protagonista.

Ed in effetti guardando "Trash" si finisce per farsi conquistare dal personaggio assolutamente fuori di testa di Holly, ossessionata dal riciclo della monnezza al punto da rinunciare al sussidio pur di non consegnare all'impiegato un paio di kitchissime scarpe argentate trovate per strada. Da parte sua Joe è invece talmente fatto da non riuscire più ad avere erezioni, nonostante l'innegabile successo con le donne, l'unica con cui sembra farcela è la sorella incinta di Holly, anche se visibilmente preoccupato di poter farle del male. Nel film colpiscono sopratutto i dialoghi assurdi che si alternano fra i membri del cast, dialoghi che partono dal progetto di un menage a trois fra Joe e una coppia borghese che lo scova in casa mentre tenta di rubacchiare qualcosa fino al delirante duello con l'assistente sociale a cui tentano di strappare l'assegno mensile.

Dalessandro appare quasi sempre nudo ma il regista non tenta di propinarcelo come oggetto sessuale, nonostante l'evidente fisico atletico del protagonista. La camera ostenta sui dettagli più crudi come il rito del buco con una siringa a pompetta che Joe sembra più titillare che premere. Eppure nonostante l'evidente poverta di mezzi, gli interpreti spesso monoespressivi e l'antiestetica imperante Trash rimane un documento straordinario, un'opera d'arte quasi dadaista e sopratutto uno spettacolo che affascina e avvolge come una coperta sporca, che nonostante le pulci riesce comunque, ancor oggi, a scaldare il corpo e la mente.

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