mercoledì 6 marzo 2013

RAPE SQUAD

(Act of Vengeance, 1974)

Regia
Cast , ,

Linda (Jo Ann Harris) è una giovane donna in calzoncini che si attarda nella stalla a parlare con il suo cavallo, quando esce viene assalita da un losco figuro (Stanley Adams) vestito con una tuta arancione e una maschera da hockey, il quale dopo una violenta collutazione, immobilizza e violenta la ragazza obbligandola a cantare Jingle Bells. Sconvolta e ferita, la donna si reca alla polizia ma ne esce ancora più incazzata di prima di fronte allo stupido maschilismo ed all'impotenza delle forze dell'ordine. Si unisce quindi ad altre donne che come lei sono state stuprate dal misterioso maniaco per formare una sorta di squadra antistupro.
Capitanate da una bionda dedita alle arti marziali e perennemente vestita con il kimono (anche fuori all'aperto, nonostante il freddo) che mena calci e pugni, il gruppo di protofemministe in cerca di riscossa malmenano un tipo che ha abbordato una di loro in discoteca, sfasciandogli l'appartamento, pestano un pappone nero mentre cerca di picchiare una prostituta e danno una caccia serrata all'uomo con la maschera. Il novello Jason Vorhees, che viene chiamato Foul Mouth, dal canto suo delira frasi di onnipotenza machista registrandosi la voce in auto, strangola una della rape squad mentre dipinge quadri di fronte ad un lago fino ad arrivare allo scontro finale in un vecchio zoo deserto di notte dove la nostra protagonista chiuderà il cerchio prendendo il maniaco a badilate in faccia.
Siamo di fronte ad un classico B movie americano in perfetto stile anni '70, nato sull'onda del successo di Death Wish  con scene ad alto potenziale weirdo (fra tutte il confronto con un gruppo di carcerati, tutti con la maschera da hockey addosso), un pò di nudo qua e là ed echi di femminismo esplicito che tendono soltanto a mascherare quello che alla fine non è altro che un prodotto per voyeuristi pruriginosi che sbavano mentre il maniaco lecca le tette attraverso le feritoie di una maschera destinata in futuro ad ospitare ben altri e più terribili personaggi della storia horror moderna. La regia di Bob Kelljan si mantiene sui canoni di mestiere senza particolari guizzi, tendendo anzi ad allentare il ritmo in molte sequenze. Certo siamo di fronte ad una pellicola profetica dal punto di vista del villain di turno ma i motivi di interesse finiscono tutti qua.

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