venerdì 22 febbraio 2013

ZAGOR KARA KORSAN'IN HAZINELERI

(Id. 1971)

Regia
Cast , ,

Che la cinematografia turca non ci è andata mai giù leggera con il rispetto del diritto d'autore è cosa risaputa ma che addirittura arrivassero a realizzare film tratti da personaggi a fumetti della Bonelli editore con 15 anni di anticipo rispetto alla patria d'origine rasenta veramente l'assurdo. Appare evidente che le avventure dello spirito con la scure create da Guido Nolitta (pseudonimo sotto cui si celava il povero Sergio Bonelli) erano molto seguite in Turchia, al punto che, senza neanche degnarsi di avvisare gli autori del personaggio, lo sceneggiatore M. Nuri Seybi e il regista Nisan Hançer prendono spunto dagli albi "Le jene del mare" e "L'Avvoltoio" e mettono in piedi in quattro e quattr'otto due raffazzonatissime quanto apocrife trasposizioni in pellicola delle gesta dello spirito con la scure, accompagnato dal fido chico, piccolo quanto cicciuto messicano più interessato a mangiare e bere che a combattere.

Protagonista di entrambi i film è Levent Çakir più simile a una brutta copia di Maradona che a Zagor Te Nay e più bravo come acrobata che a lanciare la scure. In "Zagor kara korsan'in hazineleri" il signore di Darkwood è incaricato di recuperare il folle cercatore di tesori Diggin' Bill in quanto unico testimone di una rissa finita con un omicidio di cui è accusato un innocente. Zagor dovrà affrontare un gruppo di spietati pirati che manovrano un faro per mandare le navi a frantumarsi sugli scogli. Girato in bianco e nero con un montaggio scassatissimo (ad un certo punto pare che spunti davanti all'obiettivo l'ombra di un operatore) il film è tutto un continuo scazzottamento dove il buon Levent mostra le sue doti di acrobata continuando a zompettare di qua e di là con mosse più consone ad un wrestler che ad un personaggio del far west. Sparatorie, inseguimenti e c'è persino il tentativo di stupro ai danni di una donnina in carne di cui gli amici turchi arrivano a mostrarci anche le chiappe.  

Alla fine poi il buon Chico sembra essere il vero protagonista, di sicuro il personaggio meglio riuscito, stupisce inoltre l'assoluta fedeltà con il fumetto e le sue atmosfere, anche se la pellicola punta solo sul versante action evitando il minimo sforzo a dare credibilità psicologica ai personaggi. Del resto, nonostante il palese esproprio illegale (oggi comunque perdonato ampiamente dalla casa editrice) questo zagor è la trasposizione meglio riuscita del mondo bonelliano, meglio dell'imbarazzante Tex di Tessari e sicuramente più onesto e simpatico di quel recente obbrobrio americano dedicato a Dylan Dog (sic).

Nessun commento:

Posta un commento